Mercoledì 12 settembre i rappresentati del Coordinamento autismo veneto (Cav), realtà che raggruppa associazioni di genitori e parenti di persone con autismo di tutte le province della nostra regione, hanno portato all’attenzione della Quinta commissione consigliare regionale le osservazioni e richieste degli oltre 2500 soci dei sodalizi in merito al nuovo Piano sanitario del Veneto (Psr), di cui è in corso la discussione.
Partendo dal presupposto che nei Seminari internazionali di Erice l’aumento esponenziale del numero delle persone con sindromi autistiche è stato inserito tra le emergenze planetarie del 2018, i portavoce del Cav hanno per prima cosa sottolineato che nessuno può dire con precisione quanti sono gli autistici in Veneto. “Nel 2016 il progetto europeo Asdeu ha affermato, riferendosi all’Italia, che ad avere questo tipo di sindrome è l’1 per cento della popolazione, il che, guardando alla nostra regione, significherebbe un numero complessivo di 49.075, di cui 9.022 minori”, hanno spiegato i rappresentanti delle famiglie. Ricordando, giusto per fare un raffronto, che in Italia le persone con la sindrome di Down sono circa 40.000, mentre le persone con malattie rare nel Veneto sono circa 30.000.
“Nel nuovo Piano sanitario regionale vengono citate molte sindromi e molte malattie ma non c’è nessun riferimento all’autismo”, precisa il Cav. “La sindrome autistica, pur essendo probabilmente più invalidante di tante malattie fisiche e mentali, non è né l’una né l‘altra; essa, infatti, non inizia né finisce, bensì è un modo di essere che accompagna la persona per tutta la vita”. Il Psr, quindi, dovrebbe essere riscritto , inserendo un apposito capitolo per la sindrome autistica, anche alla luce di quanto previsto dalla normativa vigente.
I rappresentanti del coordinamento hanno quindi fatto alcune proposte concrete:
nella programmazione dei nuovi triage del pronto soccorso e dei relativi locali siano inseriti percorsi per pazienti non collaboranti da svolgere in adeguati locali e con personale specificatamente formate; questi percorsi dovrebbero continuare anche in caso di ricovero, analogamente ai percorsi avviati in altre regioni col progetto Dama (Disable Advanced Medical Assistance), da realizzare in alcuni ospedali di riferimento a livello regionale;
considerato che i dipartimenti di sanità mentale sviluppano modelli innovativi di intervento per le patologie emergenti, ve ne siano previsti di specifici per gli adulti con la sindrome autistica, favorendo un percorso per le persone con tale disturbo che sia volto a mantenere i livelli di autonomia raggiunti e ad evitare che il trattamento educativo sia sostituito da quello farmacologico;
nei servizi per i minori sia prevista specificatamente la presa in carco delle sindromi autistiche;
i centri di riferimento per i disturbi autistici istituiti dalla Regioni si occupino anche di ricerca e vengano inseriti in strutture interdipartimentali, al fine di garantire un collegamento funzionale con gli altri servizi, in particolare quelli territoriali (una proposta, questa, che in particolare vale per il centro di Verona, che è posto all’interno dell’Azienda ospedaliera integrata con l’università).
I membri della Commissione regionale, alla fine della presentazione, hanno voluto approfondire alcuni dei temi esposti, mentre i rappresentanti del Cav hanno chiesto di essere invitati a tornare ad illustrare con maggiore completezza le varie tematiche legate alla sindrome autistica.
Ufficio stampa CAV
Documento audizione
[pdf-embedder url=”http://veneto.angsa.it/wp-content/uploads/sites/4/2018/09/CAV-audizione-V^-Commissione-12-settembre-2018-con-legenda.pdf” title=”CAV audizione V^ Commissione 12 settembre 2018 con legenda”]