Linee guida per il pediatra – Disturbi dello spettro autistico

A cura di : Lorenza Latoni, Giuseppe Maurizio Arduino, Marina Gandione e Franco Fioretto

PRESENTAZIONE
Sempre più frequentemente noi, pediatri di famiglia, ci dobbiamo confrontare con
le patologie croniche, affrontando problemi che richiedono ulteriori approfondimenti
rispetto alla nostra formazione tradizionale.
Quotidianamente, lavorando a contatto con bambini e genitori, ci sentiamo ripetere:
“Sono preoccupato … il mio bambino ha un problema …” Nella maggior parte dei casi

è sufficiente qualche parola di rassicurazione, qualche rara volta si tratta di preoccupa-
zioni fondate, che richiedono attenzione e magari indagini e cure. Discernere fra le mille

richieste le questioni rilevanti da non sottovalutare è un impegno che richiede al pe-
diatra di famiglia grande competenza e responsabilità e può spaziare a 360 gradi su ar-
gomenti psicosociosanitari che possono coinvolgere il bambino e la sua famiglia.

Ne sono un esempio ì Disturbi dello Spettro Autistico, che incontriamo, anche più
volte, nella nostra vita professionale.

L’approccio ad un bambino autistico ci pone molteplici difficoltà: prima di tutto bi-
sogna avere la capacità di sospettare precocemente tale disturbo per un invio tempestivo

allo specialista; il rapporto con il bambino autistico e con la sua famiglia non è facile ad
instaurarsi; inoltre è necessario collaborare con altri professionisti per la presa in carico
dei pazienti.
La giornata di formazione rivolta ai pediatri di famiglia, realizzata nelle date del 8
maggio e del 13 novembre 2010, con una probabile replica a inizio 2011, vuole essere
di aiuto nell’approccio ai disturbi dello spettro autistico (DSA).
Inoltre anche nell’ambito del Coordinamento regionale che si occupa dell’autismo è
stata sottolineata la necessità di affrontare il tema della diagnosi precoce coinvolgendo
i pediatri. Questo libretto informativo, mirato a migliorare le capacità diagnostiche dei
pediatri, nasce anche da queste sollecitazioni.
L’obiettivo è di realizzare la presa in carico precoce, entro i 2 anni, importante non
per guarire la malattia, ma per contenere i danni e migliorarne l’evoluzione.

I pediatri piemontesi hanno già ottenuto dei buoni risultati con un graduale abbas-
samento dell’età media dell’invio; particolarmente significativa è l’esperienza di Cuorgnè

e Ivrea dove nell’ambito delle attività dell’equipe territoriale , in collaborazione con la

NPI, è stato realizzato un progetto per l’introduzione della CHAT (vedi oltre) nel calen-
dario dei bilanci di salute programmati .

Dobbiamo tuttavia riconoscere che esistono significativi spazi di miglioramento nel

tempestivo riconoscimento dei primi sintomi dei disturbi dello spettro autistico. Il pe-
diatra di famiglia si trova in un punto d’osservazione privilegiato, essendo il professio-
nista più presente nei primi anni di vita del bambino, e può diventare il protagonista

dell’avvio del procedimento diagnostico; questo, oltre ad essere di grande aiuto al bam-
bino, permetterà di mantenere ed incrementare la fiducia della famiglia e renderà pos-
sibile un attivo coinvolgimento nelle fasi successive di cura, in collaborazione con altri

importanti specialisti dell’età evolutiva.


Silvia Gambotto e Giovanni Garrone
(pediatri di famiglia, animatori di formazione)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scroll to Top