BETTELHEIM: UN FANTASMA IN BIBLIOTECA

Un nostro socio, va in biblioteca, fa una ricerca alla voce “autismo”
e il primo titolo che vede sullo schermo è “La fortezza vuota” di Bruno Bettelheim.
Chiede spiegazione e la riceve.

LA DOMANDA:

Egr. dr. Marangon,

durante una ricerca fatta utilizzando il sistema informatico della biblioteca che Lei dirige, ho notato che digitando la parola “autismo” viene visualizzato, accanto a importanti testi di primari autori (che danno lustro alla lista), il libro di Bruno Bettelheim “La fortezza vuota”.

Come potrà verificare di persona leggendo il libro, la tesi della “mamma frigorifero” viene data come causa dell’autismo dei bambini.

L’associazione nazionale genitori soggetti autistici (angsa) in vent’anni di lavoro, spesso improbo, ha combattuto questa falsa ipotesi sostenendo l’origine organica della sindrome autistica in sintonia con la scienza ufficiale.

Segnalata la sgradita “scoperta” al servizio consulenza mi è stato risposto, e giustamente, che un servizio pubblico non può fare censure.

La mia segnalazione acquista ancor più importanza per il fatto che la biblioteca di Schio, inserita in una rete che va ben oltre i confini del comune, è considerata, non a torto, un esempio in tutto il Veneto.

Se Lei vorrà allungare l’elenco dei testi che aiutano genitori e operatori a comprendere questa disabilità, posso consigliare il libro “il nostro autismo quotidiano – storie di genitori e figli” Carlo Hanau e Daniela Mariani Cerati (a cura di) ed. Erickson 2003 dalla lettura del quale non avrà difficoltà a capire quante sofferenze ha provocato nei genitori il libro di Bettelheim.

Chiedo pertanto il suo interessamento affinché questo libro, che nell’ultimo periodo è stato più volte consultato, non compaia in relazione alla voce “autismo” ma piuttosto, e mi perdoni la battuta, in quella delle … “bufale pseudoscientifiche”.

Cordiali saluti.

Roberto Pietribiasi
Angsa Veneto onlus

LA RISPOSTA

Prot. n. 25457 dell’11.05.05

Gent.mo sig. Pietribiasi,

Mi scusi per il ritardo con cui rispondo alla Sua richiesta del 27 aprile u.s. Ho molto apprezzato il tono cortese del Suo suggerimento, ed intuisco anche le ragioni del Suo reclamo. Ciò nondimeno, con tutto il mio rispetto solidale per le Sue sofferenze e le Sue argomentazioni, posso solo assicurarLe che anche il libro da Lei segnalato per un possibile acquisto verrà acquisito da noi, catalogato, e messo in rete a disposizione degli utenti.

Per quanto riguarda il testo di Bettelheim, infatti, accertata in sede tecnica l’appropriatezza della soggettazione, è incontrovertibilmente certo che sarebbe una imperdonabile violazione delle nostre regole deontologico-professionali se entrassimo nel merito di una questione che, conoscendo la fama mondialmente riconosciuta di Bettelheim in campo psicoanalitico e pedagogico, è e resta affidata – più che ad un astratto “tribunale della scienza”, al libero dibattito dei cittadini e degli utenti: e vi intendo compresi tanto i genitori dei bambini affetti da autismo, quanto gli scienziati delle varie discipline che si occupano di scienze umane. Lei capisce bene infatti, ne sono certo date le Sue dichiarazioni, che la china che si imbocca quando si decide cosa sia scientifico e cosa non lo sia è senz’altro complessa e pericolosa – e non solo per il libro di Bettelheim. Personalmente ignoro infatti se la tesi bettelheimiana sia stata confutata nelle sedi strettamente proprie, che sono quelle del dibattito scientifico: ma anche se così fosse esso resterebbe consegnato alla storia della scienza, e chi si occupasse di questioni collegate con l’autismo dovrebbe sempre – necessariamente, conoscere queste tesi, anche se esse risultassero superate. Pertanto, fino a prova contraria, il libro resterà catalogato necessariamente così com’è. Sono assolutamente certo che la Sua onestà intellettuale, che conosco ed apprezzo, Le consentirà di comprendere fino in fondo la delicatezza della questione e di comunicare anche ai Suoi associati le motivazioni della nostra scelta.

La saluto cordialmente e La ringrazio.

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